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Negli ultimi decenni, l'incidenza del melanoma cutaneo e la mortalità ad esso correlata sono risultate in continuo aumento nelle popolazioni caucasiche. Questo dato ha supportato il concetto di “epidemia di melanoma”, che ha assunto una valenza di emergenza sanitaria nelle popolazioni maggiormente affette. Anche in Italia è possibile parlare di “melanoma epidemic” poiché — secondo i dati dei registri tumori locali oggi attivi — l'incidenza del melanoma in epoca recente è aumentata in media del 5-7% l'anno, in maniera analoga a quanto riscontrato in popolazioni di origine nordeuropea. Anche la mortalità ha mostrato nell'ultimo periodo un incremento annuo nell'ordine dell'1-2%. Alcuni cambiamenti di grande rilievo sono però sopraggiunti nell'epidemiologia del melanoma, a livello non solo internazionale ma anche italiano, per quanto è possibile evincere dai dati disponibili per la nostra popolazione. La mortalità, infatti, mostra ora una tendenza alla stabilizzazione: questa osservazione risulta di grande interesse poiché rappresenta il raggiungimento di una parte del nostro principale obiettivo, cioè la riduzione della mortalità causata da melanoma. È verosimile che la maggiore consapevolezza della popolazione, in parte derivante dalle campagne di educazione sanitaria, possa dar luogo a una maggiore attenzione al “nevo che cambia” e quindi una maggiore precocità della diagnosi e — in ultima istanza — a una diminuzionedella mortalità. Questa ipotesi è anche avvalorata dal fatto che la sopravvivenza media dei pazienti con melanoma è migliorata negli anni, passando dal 50-60% circa negli anni '60 a più dell'80% attualmente. Nonostante questo, il melanoma rappresenta ancora la patologia dermatologica dimaggiore importanza e, soprattutto, a prognosi peggiore, se non diagnosticata precocemente. In questa monografia si è voluto documentare i vari aspetti del problema "melanoma", dando ampio spazio alla prevenzione, alle novità epidemiologiche e alle problematiche terapeutiche nel melanoma avanzato. Si è cercato di approfondire la clinica e le varie diagnosi differenziali alla luce anche dei cambiamenti diagnostici ottenuti, grazie all'avvento della dermoscopia nella dermatologia oncologica. Siamo riusciti, nei vari capitoli e settori, ad avere i contributi dei migliori “specialisti del melanoma” presenti in Italia. Alcuni argomenti sono affrontati più volte da diversi specialisti, al fine di avere un confronto fra le varie metodiche o tecniche: ci auguriamo che possano averne guadagnato la chiarezza e la completezza. Volutamente provocatori, infine, gli ultimi due capitoli, che vanno contro l'opinione comune per quanto riguarda la fotoprotezione e il linfonodo
sentinella, con lo scopo di rappresentare un punto di partenza per una costruttiva discussionescientifica e la fonte di ulteriori studi. Un ringraziamento a tutti gli autori che con la loro professionalità e disponibilità hanno contribuito alla realizzazione di questo volume.
Torello Lotti
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